In questi giorni non si parla d’altro: Clubhouse, il servizio nato nel 2020 da un'idea della coppia Paul Davison e Rohan Seth (un imprenditore e un ingegnere), è ormai sulla bocca di tutti.
È da tempo ormai che gli utenti, abituati a Facebook e Instagram, cercano nuovi stimoli. Sono social media, che per quanto si siano evoluti negli anni, rimangono fortemente legati ad un aspetto "visivo" e forse ci stiamo tutti un po' stancando di vedere le classiche fotografie plastiche di persone in posa che sfoggiano citazioni di Bukowski nelle didascalie.
Ed ecco che arriva Clubhouse. Niente immagini, niente video e niente testo; solo audio. L’obiettivo è quello di favorire le conversazioni fra utenti attraverso l’interazione vocale in tempo reale. Un social network fatto di voci, insomma, qualcosa che sta a metà strada fra una chat vocale e un podcast aperto.
Ma vediamo nel dettaglio come funziona ad oggi (visto che molto probabilmente subirà delle modifiche).
COME FUNZIONANO LE ROOM
Il principio fondante di Clubhouse è quello delle Room, le stanze virtuali dove avvengono le discussioni. Ogni iscritto può aprire una Room, diventandone di fatto amministratore e moderatore. E farlo secondo tre differenti modalità: Open, Social e Closed.
Una stanza Open è di fatto aperta a chiunque stia navigando nell'app; una stanza Social è visibile solo alle persone interconnesse (ad esempio coloro che seguiamo); una stanza Closed è - come dice la parola stessa - chiusa, privata, accessibile cioè solo a chi l’ha creata e a chi è stato invitato (un po’ come accade per alcuni gruppi di Telegram).
Le prime due sono forse quelle più interessanti perché favoriscono l’aggregazione spontanea di gruppi di persone che vogliono discutere su un determinato argomento. Le conversazioni all’interno di una room possono durare anche molte ore (non c'è limite di durata) ed è possibile in qualsiasi momento lasciare la stanza (esiste un apposito tasto Leave quietly) ed eventualmente rientrarci in un secondo momento.
COME ISCRIVERSI: L’INVITO
Al momento Clubhouse non è accessibile a tutti ma solo agli utenti in possesso di un’IPhone (non esiste ancora la versione Android o Web), che hanno ricevuto un invito da un amico già iscritto.
I creatori hanno spiegato che le limitazioni in questione sono dettate da ragioni di gestione del carico. Ma potrebbe anche essere una strategia studiata a tavolino per suscitare nelle persone un senso di scarsicity e fare in modo che si attivino per reperire un invito. Una sorta di caccia al tesoro in controtendenza a tutti gli altri social media che cercano di rendere l’iscrizione da parte degli utenti il più accessibile, facile e veloce possibile.
Chi non ha ricevuto l’invito può comunque scaricare l’applicazione mobile (gratuita) su App Store e mettersi in lista d’attesa, aspettando che uno degli amici collegati lo inviti ufficialmente. Per questo è necessario inserire il numero di telefono e abilitare l’accesso alla lista dei contatti, essenziale per capire chi – fra gli amici e i conoscenti – è già iscritto.
Clubhouse ci inviterà inoltre a selezionare i nostri interessi sulla base di una serie di categorie predefinite suddivise per topic (ritrovi, luoghi, sport, notizie, benessere e così via) così da permetterci di intercettare tutte le discussioni pubbliche interessanti presenti sulla piattaforma.
CONCLUSIONE
Ancora non si sa se quello di Clubhouse è un trend passeggero, come del resto ne vediamo tanti o se può essere l’inizio di un nuovo fenomeno social in cui l’immagine lascia spazio alla voce. Inoltre l’intervento di Elon Musk ha aiutato a creare interesse tra gli utenti.
Non ci resta quindi che aspettare e osservare l’evoluzione di Clubhouse.