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COME OTTENERE UN DESIGN DI IMPATTO

INDICE

  1. Cosa si ottiene con un mindset di impatto?
  2. Come creare una chiara strategia di design

     2.1 La Teoria del Cambiamento

     2.2 Il Piano Comportamentale

3.  Come tradurre i bisogni latenti in realtà

4.  KPI o analitiche tradizionali?

1. Cosa si ottiene con un mindset di impatto?

Il design vive di cambiamento e lo crea. Gli strumenti di design vengono ideati per migliorare il nostro comportamento, la nostra presa decisionale e l’organizzazione del mondo che ci circonda. Eppure, spesso, i progetti di cambiamento di design sognano in grande e realizzano poco, perché attuare un cambiamento non è poi così facile. Occorre energia, perseveranza e patrocinio per far si che i tuoi sforzi non siano vani.

Avere un mindset di impatto può aumentare il valore commerciale del tuo design e consente di avere:

  • Migliore focus strategico: sapere come raggiungere i propri obiettivi.
  • Gestire la complessità in modo più efficace, utilizzando gli strumenti ideati per problematiche complesse.
  • Migliore impatto dei prodotti: nei confronti della comunità e dell’ambiente.
  • Maggiore robustezza dell’impresa.
Design di impatto: migliore focus strategico
Design di impatto: migliore focus strategico

2. Come creare una chiara strategia di design

Ci sono 2 strumenti che possono aiutarti a creare una strategia chiara, a comprendere meglio il contesto e a raggiungere i tuoi obiettivi.

2.1 La Teoria del Cambiamento

La Teoria del Cambiamento. Fare un piano strategico e comprendere come mai intraprendiamo certe azioni è uno step fondamentale per la costruzione di prodotti e servizi. La Teoria del Cambiamento descrive ciò che vogliamo cambiare e come vogliamo portarlo a compimento: è un ottimo strumento per avere chiarezza sulla tua strategia di design. Si tratta di una mappa che analizza cause ed effetti: dalle risorse e le attività con i loro output, ai risultati finali, all’impatto generale.

La Teoria del Cambiamento: inputs, attività, output, risultati finali, impatto generale
La Teoria del Cambiamento: inputs, attività, output, risultati finali, impatto generale

La Teoria del Cambiamento permette di indagare sulle varie tappe di indagine:

  • Risultati: quali sono i risultati finali? Qual è il cambiamento che vuoi vedere in atto? Sii ambizioso, ma concreto.
  • Punti di accesso: come funziona lo spazio del tuo target? Quali sono i fattori influenzabili? Scegli le attività giuste: devono essere nel mirino, sostenibili da perseguire e che abbiano un effetto significativo sui tuoi obiettivi.
  • Misura: le tue attività, gli output e, soprattutto, i risultati. Mantieni uno spirito critico e valuta il tuo intake nell’input.
Indagine della Teoria del Cambiamento
Indagine della Teoria del Cambiamento

La teoria del cambiamento aiuta a trovare un sistema di KPI, però ha i suoi limiti: non bisogna lasciarsi ingannare dalle sue categorie lineari e distinte. A questa mappa bisognerebbe integrare i seguenti usi:

  • Pensiero Sistemico: approccio emergente nell’innovazione sociale.
  • Scenario Analisi-Programmazione: buon vecchio tool utile per ideare soluzioni di possibili stati futuri; può essere utile se dei fattori esterni alterano le tue attività.
  • Mappare le reti e le partnership: modo di aumentare il tuo impatto mentre punti a obiettivi di difficile previsione.
  • Strategicità: molte organizzazioni falliscono nell’ideazione di una strategia di mercato forte tra comunicazione e prodotto; sii certo che le tue attività portino al raggiungimento del tuo obiettivo.
  • Interazione e scambio: vista l’incertezza del campo, può essere utile fare programmi in cicli di corta interazione (testa, misura, calcola, cambia).
Usi della Teoria del Cambiamento
Usi della Teoria del Cambiamento

2.2 Il Piano Comportamentale

Come è possibile raggiungere gli obiettivi esplicitati nella Teoria del Cambiamento? Quali sono i percorsi, le interazioni e le tattiche che ci portano al nostro risultato? Come possiamo monitorare il progresso?

La scelta degli strumenti viene dettata dalle nostre strategie e dai nostri obiettivi. Il piano comportamentale viene usato per costruire prodotti o servizi che aiutano l’utente ad adottare una nuova routine.

Un piano comportamentale, come descritto da Stephen Wendell in Designing for Behaviour Change, è una sequenza di passi che portano lo utente da uno stato iniziale ad uno stato desiderato. La differenza con i percorsi dell’utente è che è possibile realizzare un cambiamento comportamentale solo con dei cicli ripetuti di costruzione di interazioni.

Alcuni punti fondamentali a cui prestare attenzione:

  • la conoscenza dei tuoi utenti (pensieri, sfide, contesto).
  • il comportamento del target.
  • le ripetizioni (quali sono le azioni che vale la pena ripetere nel tempo per instaurare connessioni con gli utenti).
Il piano comportamentale
Il piano comportamentale

Per rendere il ciclo più efficace è utile specificare:

  • l’azione minima praticabile: qual è la versione più semplice del comportamento utenti che abbia un impatto sul tuo prodotto?
  • i criteri di successo: quando il tuo prodotto/servizio raggiungerà il suo obbiettivo?

Nel design comportamentale dovrai occuparti di definire i cicli di attività attraverso cui cambiare il comportamento e un modo per mantenere gli utenti in quei cicli. Sarà utile trasformare le strategie in esigenze dando la priorità ad alcune caratteristiche.

3. Come tradurre i bisogni latenti in realtà

È utile presentare il lavoro di design al team e verificare che tutti siano d’accordo. la leadership è importante perché è responsabilità dei designer quella di proteggere i bisogni degli utenti.

Quali presentazioni visive piacciono agli utenti? Quali informazioni vogliono sapere?

Il potere del design è di essere già orientati all’azione, quindi è essenziale pensare all’impatto che apportano le nostre azioni.

La rinascita del design di impatto porta alla conclusione che le sfide mondiali più complesse possono essere risolte solo con una collaborazione interdisciplinare. Il design di impatto coinvolge l’ambiente, la sostenibilità e l’interesse pubblico.

Se sei una delle 2,5 miliardi di persone che usano Facebook ogni mese, saprai che è un luogo in cui puoi leggere notizie, tenerti in contatto con gli amici e perfino vendere o comprare degli oggetti. Eppure, Facebook non è solo questo. Sapevi che puoi avviare donazioni per organizzazioni no profit? Che puoi registrarti per donare il sangue o salvare bambini che si perdono attorno a te? C’è un team di Facebook che si occupa dell’impatto sociale nel mondo.

In un’organizzazione grande come Facebook come è possibile tradurre in bisogni in idee e renderle caratteristiche che abbiano effetto su milioni di parole?

Che cos’è l’impatto sociale? Le organizzazioni usano questo termine per riferirsi agli effetti che hanno le azioni sul benessere della società. Francesca Desmarais nel suo discorso al Design Matters del 2019 lo definisce attivismo di design.

A volte vediamo gli utenti fare delle ricerche che il nostro sito non supporta. Possiamo rispondere valutando il numero di richieste sui dati o con dei test che valutino la domanda latente dei bisogni.

Come ottenere un impatto sociale con il design
Come ottenere un impatto sociale con il design

4. KPI o analitiche tradizionali?

I KPI- key performance indicators - per il tuo design sono metriche utili a determinare il progresso di un’azienda nel conseguimento dei suoi obiettivi strategici.

La NPS- net promoter score - è una metrica che misura la soddisfazione degli utenti verso il tuo business nel tempo; è possibile fare delle comparazioni con i tuoi competitors. L’NPS traccia la soddisfazione della tua compagnia, quindi non del design dei singoli prodotti.

La soddisfazione del cliente: simile alla NPS, ma più flessibile. Consente una maggiore flessibilità nelle domande e nelle indagini; il lato negativo è che non permette una comparazione con i competitors.

La soddisfazione dell’utente: più collegata all’utilizzo della tua applicazione. I clienti non equivalgono sempre agli utenti. Concentrarsi sulla soddisfazione degli utenti permette di tracciare componenti come l’usabilità, la fiducia, la credibilità, l’aspetto.

Essere esperti di design significa tracciare l'impatto del proprio design, metriche possibili
Essere esperti di design significa tracciare l'impatto del proprio design, metriche possibili

Analitiche tradizionali: le analitiche web, come Google Analytics, consentono di monitorare i cambiamenti nel tempo (visite, tempo trascorso), però non offrono dati sull’esperienza che prova l’utente e non danno una vera percezione della performance del prodotto.

Ricerca di design quantitativo: le heat maps - mappe di calore - e il sistema operativo in tempo reale - RTOS - sono utili per raccogliere dati quantitativi sull’esperienza degli utenti. Danno un feedback immediato su come migliorare il proprio design.

Esempio di heat map
Esempio di heat map

Le metriche di design hanno valore solo se improntate agli obiettivi. Come mantenere il design e le metriche di business in allineamento?

Valuta i piani di business e le KPI esistenti, sii realista su ciò che è possibile tracciare, traccia la UX nel corso del tempo, mescolando domande generali e specifiche: cerca di non sopraffare l’utente con troppe informazioni.

Ci sono tanti modi di possibile implementazione del design:

Creare un pannello cliente: modo di ottenere più informazioni sulla UX.

Sondaggi: crea il tuo sondaggio personalizzato.

Inserisci il tuo punto di partenza: con il tempo sarà possibile migliorare la soddisfazione e comparare i risultati.

Mescola metriche di UX quantitative con quelle qualitative. Può essere utile proseguire con la ricerca di design tradizionale - test dell’usabilità e benchmarking della User Experience. Se il tuo design è in fase iniziale usa campioni piccoli, così da avere un feedback mirato.

CONCLUSIONE

Speriamo che questi consigli vi siano stati utili a migliorare la vostra strategia di design. Sono tanti i fattori da considerare, ma la cosa importante è porsi degli obiettivi raggiungibili e cercare di prevedere la domanda latente dei tuoi utenti.

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