Negli ultimi anni il ritmo con cui vengono creati e condivisi contenuti è aumentato esponenzialmente, al punto che siamo quotidianamente sommersi da oceani di informazioni che, più che incuriosirci, non fanno altro che sommergerci e spingerci a fuggire il più velocemente possibile.
Ciò non significa che l’era del Content Marketing è giunta alla sua fine.
Piuttosto, al giorno d’oggi è necessario cambiare prospettiva rispetto al modo in cui abbiamo concepito il Content Marketing fino ad ora. È il momento di aprire le porte al marketing della conoscenza: il Knowledge Marketing.
Indice
1. Il problema del Content Marketing
Contenuti: cosa sono davvero?
Molte persone pensano che scrivere abbastanza parole da trattare un qualsiasi argomento, magari in linea con l’attività del loro business, sia sufficiente per creare una profittevole strategia di Content Marketing. Sperano prima o poi di trovare una miniera d’oro di nuovi utenti affamati dei loro articoli, che non desiderano altro se non divorare i loro contenuti voracemente.
“Continua così e vedrai che i risultati arriveranno”. Ed è così che inizia la faticosa scalata di Sisifo: ogni volta che raggiunge la cima della collina trascinando il suo pesante macigno, esso ricade sempre più in basso. E così ricomincia l'estenuante scalata. Allo stesso modo, ogni volta che viene creato un nuovo contenuto, c’è sempre la speranza che sia proprio quello il contenuto che ci avvicinerà al successo.
E indovina un po’? Non è quasi mai così.
Perché se c’è una cosa che sappiamo sui contenuti è che Google, con i suoi algoritmi di ricerca tanto intelligenti quanto brutali, è il solo in grado di influenzare il successo o meno della nostra strategia.
Ed è qui che nasce il problema fondamentale. A cosa mi riferisco?
Ai tuoi contenuti, troppo inaccurati, imprecisi e trascurati, e non abbastanza densi di conoscenza.
Perché se c’è una regola in assoluto, una sola da rispettare, è proprio questa: ogni volta che crei un contenuto, assicurati di conoscere alla perfezione ciò di cui stai parlando, perché i tuoi lettori non desiderano altro che conoscenza, fatti e chiarezza.
2. Cambia prospettiva
Molte persone immaginano i propri contenuti come oggetti con cui riempire la propria scatola.
Più la scatola – il proprio blog, canale YouTube, sito web – è ricca di oggetti di valore, più potenziali clienti questa attirerà. Ed è proprio questo il nostro obiettivo: attirare clienti e vendere.
Una volta che la tua scatola sarà abbastanza piena, qualche curioso vorrà aprirla, guardare cosa contiene e magari acquistare qualcosa.
Ci ripetiamo “Scrivi articoli dai titoli accattivanti e assicurati che i tuoi contenuti siano autorevoli e attendibili. Dopodiché, sarà l’algoritmo a fare il resto”. Quante volte ti è capitato di sentirlo?
Ma c’è un problema di fondo in tutto ciò.
Molti blogger e creator stanno continuando ad aggiungere e accumulare oggetti senza essersi prima preoccupati di possedere la scatola perfetta. E senza di essa, tutti questi oggetti andranno in contro allo stesso destino: finire velocemente nel dimenticatoio, ignorati e dimenticati da tutti.
Cosa significa tutto ciò?
Significa che probabilmente stai buttando il tuo tempo nel tentativo di raccattare tutti i tuoi oggetti che sono andati dispersi, sprecando energie per recuperarli e rimetterli nella scatola, senza renderti conto che questa scatola non esiste.
Ecco cosa puoi fare: cambia prospettiva. Prima di preoccuparti degli oggetti, assicurati di avere una scatola perfetta in grado di contenerli.
Solo una volta che sarai in possesso di una robusta scatola di conoscenza, potrai dedicarti a riempirla di oggetti di valore.
In poche parole, sostituisci il “Content Marketing” con il “Knowledge Marketing”.
3. La soluzione: il Knowledge Marketing
Ciò che sto per dirti non è di certo una novità per i giornalisti: essi scrivono non più e non meno del necessario, assicurandosi in ogni momento che le informazioni siano verificate e corrette.
Essi creano contenuti da molto prima che questo termine venisse coniato e poi utilizzato nel mondo del marketing e della pubblicità.
I giornalisti più autorevoli vantano di ottimi contenuti, che gli assicurano alti volumi di traffico organico, ottimi risultati in termini di posizionamento nella SERP e moltissimi dei backlink tanto bramati, essenziali per la SEO. E spesso nessuno dei lettori dubita lontanamente che stiano vendendo qualcosa.
Tutto ciò che fanno è condividere informazioni, fatti e conoscenza: vanno alla fonte e riportano l’informazione nella sua purezza. Non vi sono giochi o strategie: è pura informazione.
“Se vuoi questi oggetti, ecco la scatola: prendi tutto ciò che vuoi”.
Ed è proprio questa la nuova frontiera del Content Marketing: il Knowledge Marketing.
L’unico modo per ottenere l’interesse delle persone – e in un secondo momento vendere – è assicurandoti di conoscere alla perfezione ciò di cui stai parlando. Altrimenti, i tuoi contenuti non saranno altro che spazzatura.
Sta tutto nella conoscenza – pura, semplice, diretta e autorevole conoscenza. Solo questa ti permetterà di uscire dal circolo vizioso di Sisifo e scalare finalmente quel pendio (nel nostro caso, il ranking di Google).
Ricordati questo: non puoi generare conoscenza. Puoi acquisirla, maturarla e perfezionarla. Nemmeno gli scienziati più rinomati creano conoscenza: piuttosto, la scoprono, la fanno emergere e la condividono con il mondo intero.
Inizia a ragionare come un giornalista: smetti di creare contenuti e inizia ad accumulare conoscenza. Le parole che userai potranno essere anche scelte strategicamente, ma se sotto di esse si cela un contenuto vuoto, già visto, inutile, nessuno sarà disposto a leggerlo.
Solo una volta che avrai creato una robusta scatola di conoscenza, potrai riempirla di oggetti di valore.
L’importante è non iniziare ad accumulare oggetti prima di allora, oppure ciò che otterrai sarà uno spreco di tempo, energie e denaro.
Conclusione
In questo articolo abbiamo messo luce sul problema che affligge il mondo del Content Marketing e delineato una soluzione (se non la soluzione) per risolverlo: il Knowledge Marketing.
Qual è la lezione principale da portare a casa da questo articolo? Prima la scatola, poi gli oggetti.